TUTTI I CITTADINI DI ISRAELE DOVRANNO ISCRIVERSI AL DATABASE BIOMETRICO

 

Ad un evento per celebrare la milionesima iscrizione, il Ministro dell’Interno Deri ha detto che, al termine della fase pilota, tutti i passaporti e le carte d’identità saranno biometrici; “Posso dire con certezza che questo è un database sicuro”.

 

Il Ministro dell’Interno Aryeh Deri ha annunciato giovedì che, dal prossimo anno, iscriversi al database biometrico sarà obbligatorio.

D’ora in poi chiunque acquisisca un documento dal Ministero dell’Interno, che sia una carta d’identità o un passaporto, ne riceverà uno biometrico. Abbiamo deciso di allestire questo database e presto decideremo che cosa includerà”, ha detto Deri ad una cerimonia per la milionesima adesione al database biometrico, che si è tenuta nel nuovo ufficio della Population and Immigration Authority nella zona meridionale di Tel Aviv.

Israele sta seguendo l’esempio di molti altri paesi del mondo che sono arrivati alla conclusione che i loro cittadini debbano avere documenti intelligenti e sicuri. Con tutti i tentativi di furto d’identità da parte di varie organizzazioni, è importante avere un documento intelligente e affidabile”, ha aggiunto Deri. Al termine della cerimonia, lui stesso si è fatto rilasciare uno di questi documenti.

Non sono sicuro di essere il milionesimo, ma ci siamo vicini. Ne sto prendendo uno per me perché non ce l’ho ancora. E’ la cosa più giusta e sicura da fare – non c’è nulla di cui preoccuparsi. Non c’è niente di più sicuro di questo database. Potete stare tranquilli, posso dirlo con certezza – abbiamo un database sicuro. Tutto ciò che facciamo è a beneficio dei nostri cittadini, ha dichiarato, (certo che sì come no furbacchione?!).

Ultimamente si è registrato un netto calo di adesioni al database biometrico. Solo un quarto delle persone che hanno richiesto nuovi documenti ha scelto quelli biometrici. La Population Authority ha divulgato dei dati che indicano che tra novembre e maggio scorsi si è verificato però un aumento di adesioni, con un 31% che ha optato per i documenti biometrici.

La percentuale di cittadini che scelgono i documenti biometrici aumenta insieme all’età, tranne nel caso di persone dagli 80 anni in su. Si riscontrano differenze legate al genere: il numero di uomini che hanno firmato durante la fase pilota è leggermente superiore rispetto a quello delle donne. Il 24% delle persone che si sono iscritte non è mai tornato a ritirare i nuovi documenti. A partire da agosto, questi documenti verranno inviati per posta alle persone che avevano firmato per ottenerli.

La fase pilota era cominciata nel luglio 2013 e sarebbe dovuta terminare dopo due anni, invece è stata prolungata di altri due e poi di altri due ancora. L’ex Ministro dell’Interno Silvan Shalom ha assunto l’incarico un mese e mezzo prima della fine della fase pilota, e ha chiesto altro tempo per approfondire la questione. La Knesset (il parlamento israeliano) ha approvato la sua richiesta e ha prolungato di nove mesi la fase pilota, che è terminata a marzo di quest’anno.

Al termine del mandato di Shalom, a metà gennaio Deri è stato nominato ministro. Dietro sua richiesta, la Knesset ha nuovamente prolungato la fase pilota di altri nove mesi, fino alla fine del 2016 che è ormai passato da un bel pezzo. Deri dovrà decidere cosa fare del database. Ha puntualizzato di non aver intenzione di annullarlo, ma che vorrebbe anzi rendere obbligatoria l’iscrizione. Non è ancora chiaro, però, quali dati saranno conservati nel database. In ogni caso, per questa iniziativa sarà necessaria l’approvazione della plenaria della Knesset (che sembra non aver ancora preso una decisione definitiva).

L’obiettivo principale del database biometrico è apparentemente di prevenire la contraffazione di carte d’identità e passaporti, impedendo che vengano assunte false identità. Il database include foto del volto ad alta risoluzione e le impronte degli indici dei richiedenti. Per legge, i dati biometrici sono archiviati in un database sicuro con accesso limitato. E’ possibile associare i dati alle informazioni personali degli iscritti solo attraverso un codice criptato.

Alti funzionari del Ministero dell’Interno hanno detto che ora stanno valutando modelli diversi per il database. Una delle possibilità è di includere solamente una fotografia del viso. “E’ una buona opzione per chi è riluttante a fornire le proprie impronte digitali, ma è meno efficace. Col tempo i volti cambiano, e spesso la gente sceglie di indossare dei copricapi al momento di scattarsi la foto. Passaporti di questo tipo avranno perciò una durata inferiore, il che costringerà chi li utilizza a presentarsi più spesso nei nostri uffici, e ciò imporrà anche un fardello più pesante sui nostri impiegati. Un’altra opzione è quella di rendere obbligatorio fornire le impronte digitali, ma questo susciterebbe opposizione.” (chi non si oppone accetterà sempre tutto compreso il markio 666).

In discussioni interne, Deri sta valutando una terza opzione che combini le altre due: la foto del viso obbligatoria e le impronte digitali facoltative. Questo potrebbe spingere le persone a fornire le proprie impronte digitali. “Quando si verrà a sapere che i passaporti con le impronte digitali avranno una durata di 10 anni invece dei tre-cinque anni di quelli senza impronte, la maggior parte delle persone fornirà le proprie impronte.” (furbacchioni.. e la gente tonta lo fa davvero)

I detrattori del database obiettano che c’è un rischio elevato che trapelino informazioni riservate. Essi suggeriscono di accontentarsi di documenti intelligenti che contengano i dati biometrici, piuttosto che archiviarli in una banca dati centralizzata. Gli oppositori suggeriscono inoltre che la Population Authority conduca interrogatori più severi al momento in cui verranno rilasciati i documenti, per ridurre al minimo il rischio di furto d’identità.

L’avvocato Yehonatan Klinger, consulente legale del Movimento per i Diritti Digitali, dice: “Noi sosteniamo che questo database non è necessario, poiché raramente le persone perdono i documenti che servono a confermare la loro identità. Non c’è alcun bisogno di un database che archivi le impronte digitali – non è necessario per verificare l’identità di una persona. Faremo tutto il possibile affinché il Ministro dell’Interno prenda la decisione giusta e impedisca la creazione di questo database.”

Qualcuno intelligente che dice cose sagge ogni tanto c’è ma è solo una mosca bianca in mezzo a nuvole di mosche nere. Chi capirà il senso vero di tutto ciò che stanno già facendo in tutti i paesi?

 

 

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BOJS

Tutto continuerà come è stato già scritto negli antichi rotoli, come sta in effetti accadendo. Nessuno degli empi capirà, ma capiranno i saggi, mentre i segni nei cieli e sulla terra non saranno compresi dai molti. La cosa importante è il MESSAGGIO, non è affatto importante il Messaggero! In verità